venerdì 29 aprile 2011

Bankitalia: verità scomode

Voglio farvi leggere un'intervista che mi ha fatto un giornalista-signoraggista di repubblica, promettendo che l'avrebbe pubblicata sul suo blog. Lo stesso ha poi pensato di convincermi a cambiare idea su ogni punto, ritenendo le mie convinzioni irrazionali. A voi il giudizio.
Secondo me se si fa un'intervista, la si pubblica così com'è... non si cerca a posteriori di concordarla per adeguarla ad una linea editoriale.


1) E' vero che lo Stato Italiano prende in prestito i soldi da BankItalia indebitandosi con essa ?


No, è espressamente vietato dal trattato di Maastricht (art.104):

1. È vietata la concessione di scoperti di conto o qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia, da parte della BCE o da parte delle Banche centrali degli Stati membri (in appresso denominate “Banche centrali nazionali”), a istituzioni o organi della Comunità, alle amministrazioni statali, agli enti regionali, locali o altri enti pubblici, ad altri organismi di diritto pubblico o a imprese pubbliche degli Stati membri, così come l'acquisto diretto presso di essi di titoli di debito da parte della BCE o delle Banche centrali nazionali.

e dallo statuto della SEBC

21.1. Conformemente all'articolo 104 del trattato è
vietata la concessione di scoperti di conto o qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia da parte della BCE o da parte delle banche centrali nazionali, a istituzioni, organi o organismi dell'Unione, alle amministrazioni statali, agli enti regionali, locali o altri enti pubblici, ad altri organismi di settore pubblico o ad imprese pubbliche degli Stati membri, così come l' acquisto diretto presso di essi di titoli di debito da parte della BCE o delle banche centrali nazionali

Quindi è assolutamente falso che lo Stato si indebita con bankitalia o con la BCE. Quando lo Stato spende più di quanto incassa, emette titoli di debito, collocandoli sul mercato e alle banche centrali è fatto espresso divieto di partecipare a tali aste.
Questo dice la legge, non lo dico io.


2) E' vero che i soci proprietari di BankItalia sono per lo più banche private ?


Bankitalia è un istituto di diritto pubblico ed è di proprietà dello Stato. I partecipanti al capitale sono per lo più banche private ma non ne sono i proprietari. Non hanno alcuna influenza sullo svolgimento delle funzioni pubbliche della stessa. Infatti esse sono espletate dal Direttorio che è di nomina politica e non dipende in alcun modo dal Consiglio Superiore che invece nominano i partecipanti.
Ho spiegato bene l'argomento in questa nota:


Ma basta leggersi l'art.21 dello Statuto bankitalia per capire molte cose:
Art. 21
Il Direttorio è costituito dal Governatore, dal Direttore generale e da tre Vice direttori generali.
Al Direttorio spetta la competenza ad assumere i provvedimenti aventi rilevanza esterna relativi all’esercizio delle funzioni pubbliche attribuite dalla legge alla Banca o al Governatore per il perseguimento delle finalità istituzionali, con esclusione delle decisioni rientranti nelle attribuzioni del SEBC.
Nell’ambito delle proprie competenze, il Direttorio può rilasciare deleghe al personale direttivo della Banca, stabilendone forme e modalità di esercizio, per l’adozione di provvedimenti che non richiedono valutazioni di carattere discrezionale, quali acclaramenti, accertamenti e altri che comportino mere ricognizioni di fatti, circostanze e requisiti.



Quindi le "funzioni pubbliche attribuite dalla legge alla Banca o al Governatore per il perseguimento delle finalità istituzionali", ossia le operazioni che servono ad attuare la politica monetaria, fatte salve le decisioni rientranti nelle attribuzioni BCE, sono di competenza del Direttorio.

Per l'art.di legge n.262 del 2005 accade inoltre che
8. La nomina del governatore e' disposta con decreto del Presidente della Repubblica, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio superiore della Banca d'Italia. Il procedimento previsto dal presente comma si applica anche, nei casi previsti dall'articolo 14.2 del Protocollo sullo statuto del Sistema europeo di banche centrali e della Banca centrale europea, per la revoca del governatore. Le disposizioni del presente comma e del
primo periodo del comma 7 entrano in vigore alla data di pubblicazione della presente legge nella Gazzetta Ufficiale.

Questa è LEGGE dello Stato e da questa legge si evince in modo INEQUIVOCABILE che i partecipanti non hanno alcuna voce in capitolo sulla scelta del governatore.
Possono esprimere solo un parere, che non ha alcun potere vincolante
Infatti accade puntualmente che quando esprimono il loro parere la nomina è già stata fatta con effetto di legge.


3) E' vero che seppure approvato dal Governo il Governatore di Bankitalia non è da esso deciso ?

No è falso come appena dimostrato


4) A chi vanno i redditi di Bankitalia?


Allo Stato fatto salvi lo 0.5% delle riserve prese dai frutti delle stesse. E' da notare che questi non sono tecnicamente definibili utili da signoraggio, essendo presi dai frutti degli investimenti delle riserve.
Quando le riserve sono diminuite (perché ritenute eccessive), il totale decurtato da esse è girato completamente allo Stato, come è successo nel 2009.
Ho scritto una nota specifica sul tema:

Per appurarlo basta leggersi gli articoli 39 e 40 dello Statuto di bankitalia, o consultare l'ultima pagina di un qualsiasi bilancio di bankitalia.
Ad esempio, vediamo cos'è successo nel 2009

Imposte sul reddito: 805.068.431
Utile netto: 1.668.576.514
Utili versati allo Stato: 1.001.130.308
frutti distribuiti ai privati 59.415.000

Quindi un totale redistribuito allo Stato pari a 805.068.431 + 1.001.130.308 = circa 1 miliardo e 800 milioni di euro
mentre ai privati 59 milioni di euro.
I numeri parlano chiaro.


5) come può essere un buon controllore il Governatore della Banca d'Italia se i proprietari dell'ente su cui siede sono gli stessi controllati?



Per il semplice fatto, come illustrato in precedenza, e in questa nota, che non hanno alcuna voce in capitolo sulle funzioni pubbliche della stessa.

Per esteso, l'art. 18 spiega quali sono le competenze del Consiglio Superiore (di nomina dei partecipanti):
Al Consiglio superiore spettano l’amministrazione generale nonché la vigilanza sull'andamento della gestione e il controllo interno della Banca.
In conformità alle disposizioni legislative e regolamentari nonché, per le delibere di cui ai successivi punti 9) e 10), nel rispetto dello statuto del SEBC e delle disposizioni stabilite dalla Banca centrale europea (BCE), il Consiglio:
1) esamina ed approva, su proposta del Direttorio, il progetto di bilancio e ne delibera la presentazione al Collegio sindacale e all'assemblea dei partecipanti per la definitiva approvazione. Sentito il Collegio sindacale, delibera i dividendi da corrispondere ai partecipanti;
2) approva il bilancio annuale di previsione degli impegni di spesa;
3) autorizza i contratti che importano alienazione di immobili per somma superiore a 1 milione di euro e le transazioni, i concordati e le cessioni riguardanti crediti di somme superiori a 200.000 euro, e si pronunzia su tutti quegli altri contratti e sulle azioni giudiziarie che, per la loro importanza, il Governatore ritenga di sottoporre alla sua approvazione;
4) emana i regolamenti interni dell’Istituto;
5) determina la pianta organica del personale, nomina gli impiegati e adotta i provvedimenti per la cessazione dal servizio dei medesimi;
6) approva gli accordi stipulati con le organizzazioni sindacali;
7) adotta le deliberazioni riguardanti l’articolazione territoriale nonché l’assetto organizzativo generale della Banca;
8) nomina e revoca i reggenti presso le sedi e i consiglieri presso le succursali, determinandone il numero e stabilendo quali tra essi debbano assumere l’ufficio di censore;
9) nomina i corrispondenti della Banca all'estero;
10) determina le norme e le condizioni per le operazioni della Banca;
11) fissa il limite annuo per l’eventuale erogazione di somme a scopo di beneficenza o per contributi a iniziative d’interesse pubblico;
12) delibera su tutte le altre materie concernenti l’amministrazione generale della Banca che, non demandate all'assemblea dei partecipanti, il Governatore ritenga di sottoporgli.
Il Consiglio viene informato dal Governatore sui fatti rilevanti concernenti l’amministrazione della Banca e in particolare:
– sui contenuti del piano d’istituto;
– sul consuntivo annuale degli impegni di spesa;
– sui risultati degli accertamenti ispettivi interni;
– sugli impieghi delle disponibilità dei fondi, delle riserve statutarie e degli accantonamenti a garanzia del trattamento integrativo di quiescenza del personale.


Si tratta insomma di funzioni del tutto marginali e che nulla hanno a che fare con le attività a valenza "esterna" di bankitalia (si faccia il confronto con l'art.21 già citato)



6 ) Nel sito della BCE, le quote di partecipazione al capitale della BCE (in %) riportano che solo il 69.9% è detenuto dalle banche centrali degli stati. Chi sono i rimanenti detentori delle quote BCE ?
E' possibile che fra di essi siedano persone fisiche e giuridiche private ?


Sempre nella stessa pagina, c'è una seconda scheda chiamata "BCN dei paesi non appartenenti all’area dell’euro", che sono appunto i rimanenti possessori delle quote della BCE che però non hanno aderito completamente all'euro e hanno versato solo una piccola parte del capitale dovuto. Tra queste Bank of England. Le stesse, come ben descritto nella stessa pagina, "non hanno titolo a partecipare alla distribuzione degli utili, né sono tenute al ripianamento delle perdite della BCE.". E questo smentisce anche la bufala di "bank of england che prende utili della BCE senza aver aderito all'euro".
Quindi la risposta è: sono tutte banche centrali.



7) L'art.33 dello statuto BCE dice che "il rimanente profitto netto viene distribuito ai detentori di quote della BCE in proporzione alle quote sottoscritte."
E' escluso che fra i dentetori delle quote ci siano persone fisiche e giuridiche di proprietà privata (come Bankitalia) ?



Come già dimostrato, i detentori delle quote BCE sono le banche centrali elencate alla pagina http://www.ecb.int/ecb/orga/capital/html/index.it.html , e di quelle, solo quelle che hanno versato il capitale percepiscono gli utili.
Bankitalia non è di proprietà privata, infatti, come da Statuto,
ART. 1
La Banca d’Italia è istituto di diritto pubblico. Nell’esercizio delle proprie funzioni, la Banca d’Italia e i componenti dei suoi organi operano con autonomia e indipendenza nel rispetto del principio di trasparenza, e non possono sollecitare o accettare istruzioni da altri soggetti pubblici e privati.
Quale banca centrale della Repubblica italiana, è parte integrante del Sistema europeo di banche centrali (SEBC). Svolge i compiti e le funzioni che in tale qualità le competono, nel rispetto dello statuto del SEBC.

il fatto che i partecipanti al capitale siano private non la rende in alcun modo una proprietà privata. I partecipanti di bankitalia non hanno voce in capitolo sulle sue attività pubbliche (inclusa quella di controllo ovviamente), non percepiscono gli utili provenienti dall'emissione della moneta, e non possono neanche cedere le proprie quote. Non possono neanche cambiarne lo Statuto, ad esempio, infatti c'è una legge dello Stato,
Decreto Legislativo 10 marzo 1998, n. 43 che tra le altre cose dice:
Art. 10.
Modifiche dello statuto della Banca d'Italia 1. Lo statuto della Banca e' adeguato alle previsioni contenute nel presente decreto.
2. Le modifiche dello statuto della Banca sono deliberate dall'assemblea straordinaria dei
partecipanti e sono approvate dal Presidente della Repubblica con proprio decreto, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri.


Ossia le modifiche allo Statuto devono essere proposte dal Presidente del Consiglio dei Ministri, di concerto con il Ministro del tesoro, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri e poi devono passare dall'approvazione del Presidente della Repubblica.
Quindi in realtà in materia di cambio dello Statuto i partecipanti hanno, come si può capire, voce in capitolo pressoché nulla. D'altronde è quello che ci si può aspettare da un istituto di diritto pubblico.

Continuando a leggere lo Statuto,
Art. 9
Hanno diritto di intervenire all'assemblea i partecipanti che siano titolari, da almeno tre mesi, di 100 o più quote di partecipazione. I partecipanti aventi diritto di intervenire hanno un voto per ogni 100 quote sino a 500 quote, ed un voto per ogni 500 quote in più delle
500, purché ne siano titolari da non meno di tre mesi.
Ciascun partecipante non ha diritto in alcun caso a più di 50 voti.
Ossia anche i partecipanti con quote maggiori di bankitalia, non hanno diritto a più di 50 voti.
Questo fa si che il potere decisionale di ogni partecipante sia sempre molto limitato, a prescindere da quante quote egli possegga.

Questo articolo fa si, ad esempio, che Banca Intesa, proprietaria di 91035 quote di bankitalia, ossia circa il 30% del capitale, abbia, come risulta nel documento ufficiale, abbia solo 50 voti su 539, ossia il 9% dei voti.
Unicredit, che detiene 66342 quote, ossia il 22% del capitale, abbia altrettanti voti (50), ossia il 9%.
Se le due banche la cui somma delle quote fa 50% abbia solo il 18% dei voti, chi ha i rimanenti? i partecipanti via via più piccoli, seguendo una linea che fa si che non ci siano posizioni particolarmente forti nel controllo da parte dei partecipanti.
Ad esempio, Cassa di Risparmio in Bologna S.p.A. con sole 18.602 partecipazioni ha 41 voti, ossia il 7,6%.

Quindi bankitalia non solo non è privata, ma nella sua struttura e sostanza non ha nulla che la faccia rassomigliare in alcun modo ad una società privata.




P.S.

Attenzione. Ho appena scoperto che non era  di repubblica.it ma repubblica.(un'altra cosa).. questo spiega molte cose! A voi le conclusioni.

mercoledì 27 aprile 2011

Monete complementari: lo Scec

Lo Scec è una moneta (per i consorziati), ma non è una moneta (per lo stato).

E’ un classico per gli alternativi avere un linguaggio per le istituzioni pubbliche e uno per se stessi, solo l’autorità pubblica è titolata a battere moneta; ne consegue che i privati che lo fanno non possono affermare di battere moneta.
Lo stesso Simec di auriti in tribunale si trasformava per opera del suo inventore in francobollo
d’antiquariato . Pertanto lo scec diventa uno sconto (per il fisco), ma non uno sconto per gli adepti verso i quali viene reclamata la spendibilità per illustrarne la conseguenza.
Di fatto lo scec non è uno sconto bensì un corrispettivo vero e proprio, applicato dai consorziati in percentuali variabili sulle vendite dei propri prodotti o servizi.
Funziona in modalità analoga al pagamento in moneta all'interno del circuito convenzionato.
Pagare il medico 80 in euro e 20 in scec può essere uno sconto per chi ha ottenuto 20 scec gratis ma non diventa alla fine diverso da un reddito per il medico se può usare i 20 scec per pagare l’elettricista che gli fa l’impianto in casa e via via per tutti i soggetti a catena che ne usufruiranno una volta rodata la circolazione. Segue una produzione di reddito parallela ai redditi in euro.
Ma sono dei perfetti sostituti?
No, primo lo scec non può essere utilizzato per coprire l’intero prezzo a differenza degli euro, secondo è accettato esclusivamente nei circuiti convenzionati, terzo non funge da risparmio (non può essere depositato su conto corrente, non può essere usato per comprare titoli... può essere solo usato per essere speso), in ultimo sebbene il suo valore nominale sia equivalente a un euro l’estrema soggettività dei criteri di emissione possono azzerarne di fatto il suo valore.
Ma allora perché uno dovrebbe scegliere di essere pagato in scec piuttosto che essere interamente pagato in euro dato che comporta solo svantaggi?
In realtà nei redditi derivati da questo circuito parallelo un soggetto è assente, ovvero non prende la sua fetta di torta: lo Stato. Che ne dicano gli ideatori lo scec è un fantastico strumento di elusione fiscale dato che il 20%, 30% dei ricavi contabilizzato come “sconto” non entra nella base imponibile ma viene comunque speso per acquistare beni e servizi come una moneta parallela, pertanto producendo un notevole risparmio fiscale, compenserà abbondantemente gli svantaggi e fino a quando lo scec varrà qualcosa ci saranno sempre consorziati disposti ad accettarlo.
In conclusione l’eventuale successo non è determinato da fantomatici benefici della sovranità monetaria ma la ragione è molto più semplice e pratica.

MMST

mercoledì 20 aprile 2011

Quattro domande sul signoraggio

Mi è capitato di trovare in rete una pagina denominata "La truffa del signoraggio spiegata ai bambini".
C'era una prefazione in cui si avvisava il lettore che ciò che avrebbe trovato proseguendo nella lettura, avrebbe cambiato completamente la sua visione del mondo.
La prima cosa che ho pensato è stata: ma certa gente ci crede davvero a quello che scrive! da un lato sono anche degli esseri umani che, poverini, sono stati abbindolati e raggirati da tante pagine come quella e ora a loro volta ne pubblicano di nuove, ammassando sciocchezze su sciocchezze avendo come basi il nulla più totale.

Proseguendo, affermava che la politica è tutta una farsa e solo continuando a leggere si poteva intuire chi può far crescere o annientare interi Stati.
Qui subentra il tipico nichilismo dei complottisti. Ossia se tutto va male, se non trovano lavoro, se la vita non è bella come credevano quando bigiavano le lezioni per andare a giocare ai videogames, non è per colpa loro, e nemmeno di chi ci governa. Neanche dell'opposizione. Insomma vivremmo in un mondo ideale se non fosse per colpa di... di chi? ovviamente loro lo hanno scoperto, e per nostra (s)fortuna ce lo vogliono rivelare.
Come sono arrivati a queste loro illuminate visioni? ovviamente guardando qualche video su youtube, navigando un po' in rete e persino guardando trasmissioni televisive come "Mistero" su Italia Uno.

A questo punto l'autore della pagina poneva al lettore quattro domande, per poi presentare una storia assurda come ne girano parecchie sul debito inestinguibile (ne ho già analizzate due in precedenza: Bankenstein e L'isola dei naufraghi, oltre ad averne presentata una mia, quindi non analizzerò quest'altra, uguale nella sostanza alle altre.
Però stranamente non presentava le risposte alle quattro domande. Visto che non è stato capace lui stesso di rispondervi, provvedo io.



1) Di chi è il denaro (compreso quello che avete nel portafoglio)?
2) Dove prende i soldi una banca quando ve li presta?
3) Cos'è l' interesse sul prestito applicato dalla B.C.E.?
4) Cos'è il debito pubblico? A chi dobbiamo tutti quei soldi? Perchè aumenta sempre?


Vediamole una per una

1) Di chi è il denaro (compreso quello che avete nel portafoglio)?
La risposta che da il signoraggista di solito è "delle banche".
In realtà la risposta corretta è: di chi lo possiede. La risposta è talmente banale da rendere idiota la domanda.
L'art. 832 del codice civile recita
Il proprietario ha diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con l'osservanza degli obblighi stabiliti dall'ordinamento giuridico.
Ora, dato che è indubbio che se ho 10 euro in tasca ho pieno diritto di disporne in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti imposti dalla legge (ad esempio non posso infilarli nell'occhio del primo che passa), non c'è alcun dubbio che il proprietario di quei 10 euro sono io.

2) Dove prende i soldi una banca quando ve li presta?
Una banca fornisce due fondamentali servizi: il deposito e il credito.
Ossia c'è chi va in banca per depositare del denaro e c'è chi invece chiede soldi in prestito.
Per poter erogare credito, la banca attua la "trasformazione delle scadenze", argomento sul quale ho pubblicato una nota specifica. In sintesi, contando sul fatto che in media ha una certa giacenza proveniente dai  depositi, presta parte di quella liquidità a chi chiede prestiti.
Ma di chi sono quei soldi una volta depositati in banca?
C'è un articolo del codice civile che risponde al quesito 2, ed è il 1834:
Art. 1834. Depositi di danaro. (codice civile)
Nei depositi di una somma di danaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà, ed è obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria, alla scadenza del termine convenuto ovvero a richiesta del depositante, con l'osservanza del periodo di preavviso stabilito dalle parti o dagli usi. Salvo patto contrario, i versamenti e i prelevamenti si eseguono alla sede della banca presso la quale si è costituito il rapporto.
La risposta è quindi: la banca presta soldi propri.


3) Cos'è l' interesse sul prestito applicato dalla B.C.E.?
Innanzitutto la BCE  fa varie operazioni, avendo come controparti vari tipi di enti, prevalentemente istituti di credito (banche). Nessuna di queste operazioni è un "prestito" erogato nel modo in cui lo conosciamo nella terminologia  comune. Fa diversi tipi di aste e pretendendo delle specifiche garanzie quando emette moneta. 
Nella testa dei signoraggisti c'è la convinzione che la BCE presti soldi allo Stato, cosa che invece è assolutamente vietata. Vediamo cosa dice l'art.21 dello Statuto BCE.

21.1. Conformemente all'articolo 123 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, è
vietata la concessione di scoperti di conto o qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia
da parte della BCE o da parte delle banche centrali nazionali, a istituzioni, organi o organismi dell'Unione, alle amministrazioni statali, agli enti regionali, locali o altri enti pubblici, ad altri organismi di settore pubblico o ad imprese pubbliche degli Stati membri, così come l'acquisto diretto presso di essi di titoli di debito da parte della BCE o delle banche centrali nazionali.

Inoltre, analizzando lo Statuto della BCE e di bankitalia, è anche facile stabilire a chi vanno gli utili che la BCE consegue nell'emissione della moneta, ossia il "signoraggio", che sarebbero i redditi derivanti dall'emissione della moneta. In realtà il signoraggio è quello che, grossolanamente, nella domanda chiama "interesse sul prestito". Ed è facile scoprire che tale utile va agli Stati membri per tramite delle proprie banche nazionali.
Il tutto è anche documentato in questa nota.

4) Cos'è il debito pubblico? A chi dobbiamo tutti quei soldi? Perchè aumenta sempre?
Il debito pubblico è dato dall'insieme di tutti i titoli di debito che uno Stato emette (in Italia Bot, CCT, Ctz, Btz) quando si trova a far fronte a deficit.
Alla chi dobbiamo tutti quei soldi? Esattamente a chi possiede quei titoli. Ad esempio piccoli risparmiatori, investitori privati ma anche istituzionali, quali gestori di fondi  nazionali e internazionali.
Perché aumenta sempre? Non è vero che aumenta sempre, a volte diminuisce. Aumenta quando lo Stato va in deficit, ossia spende più di quanto incassa.
Vedasi a proposito questa tabella. Ho anche pubblicato una nota specifica sul debito pubblico, per chi fosse interessato a vedere "chi l'ha creato".

Visto che ho risposto a suon di articoli di legge spero che non cadiate in trappole simili quando le troverete cercando in rete la parola "signoraggio"