Prima della federal reserve gli stati uniti fecero alcune prove per istituire la loro banca centrale senza particolare fortuna.
Il primo tentativo, ricordato da pochi poiché anteriore al riconoscimento ufficiale dell’indipendenza, fu la Bank of North America fondata da Morris con base a Philadelphia nel 1782 ed ebbe tra i promotori anche Franklin. Fu la banca che ottenne la concessione dal governo di emettere moneta e il compito di riordinare le finanze coloniali disastrate dalla svalutazione del continental, l’esperimento durò pochi anni e la concessione venne revocata nel 1785 (rif. Creating the U.S. Dollar Currency Union, 1748-1811: A Quest for Monetary Stability )
Nel 1791 fu il turno della First Bank of US banca voluta dal segretario al tesoro Hamilton e con base anch’essa in Philadelphia durò vent’anni, nel 1811 venne revocata la concessione.
Il terzo infine fu fatto dal presidente Madison nel 1816 con la creazione della Second Bank of US con base sempre a Philadelphia. Secondo Zeigteist addendum la banca fu chiusa nel 1835 l’anno in cui gli Stati Uniti azzerarono il debito pubblico. L’equazione che il filmato fa intendere è immediata; banca centrale=banchieri privati= truffa del debito pubblico, pertanto basta che il popolo si impossessi delle ricchezze trafugate dagli avidi banchieri e voilà saremmo tutti più ricchi con azzeramento del debito pubblico e magari qualche stampata in aggiunta in segno di sovranità ritrovata.
La situazione è diversa, inanzitutto occorre precisare il ruolo delle banche nella nascente nazione americana. Lo sviluppo nei primi decenni dell’800 degli stati del west (meglio del Midwest gli Stati Uniti non erano neanche una trentina), richiedeva credito per i nuovi investimenti agricoli per l’occupazione e la lavorazione di nuove terre. Alla fondazione di nuove città o villaggi pertanto oltre che allo sviluppo di nuove attività vi era come minimo comune denominatore la creazione di almeno una nuova banca o sportello bancario autorizzata dai singoli stati con lo scopo di fornire adeguato credito.
L’espansione generosa del credito facilitata dagli assegni al portatore emessi delle singole banche (che fungevano da moneta privata), sostenne una buona crescita economica ma all’elargizione allegra corrispondeva contemporaneamente un rischio insolvenza. A questo scenario si contrapponeva la Second Bank che con base in Pennsylvania ovvero negli stati dell’est e con la benedizione governativa era sempre solerte quando accettava pagamenti in monete cartacee delle banche occidentali a presentarle immediatamente per riscossione.
In riassunto la Second Bank svolgeva sia la funzione di credito ordinario e pertanto concorrenziale alle altre banche che una funzione di controllo ovvero di limite per il credito delle banche degli stati occidentali e le costringeva a una maggiore prudenza, requisito che invece come dimostrerà successivamente non valeva per se stessa. Questa asimmetria non poteva essere appoggiata dalle banche controllate né poteva essere tollerata dai soggetti che a cascata ne risentivano ovvero le nascenti attività imprenditoriali e agricole finanziate.
Nella traduzione politica americana la Second Bank venne considerata come un’intromissione del governo nelle attività economiche dei singoli stati e pertanto fu proprio dagli stati occidentali che arrivò l’appoggio alla campagna presidenziale rivolto nei confronti di Jackson sul suo programma di abolizione della banca centrale.
La breve storia è descritta da Galbraith.*
Nel 1833 il governo trasferì i suoi depositi dalla Second Bank ad altre banche minori e nel 1836 (non nel 1835), non rinnovò la licenza di emissione di moneta. La Second Bank a causa della sua cattiva gestione non sopravvisse come banca ordinaria e fallì negli anni ’40.
Per affrontare il discorso del debito basta controllare i dati, nella serie storica del ministero del tesoro si nota che il punto di minore indebitamento pubblico gli stati uniti l’hanno centrato nel 1835 quando la banca centrale era ancora presente, pertanto è una bufala il legame tra banca centrale e indebitamento.
La spiegazione del debito è molto meno enigmatica; la guerra anglo-americana ha fatto esplodere il debito pubblico negli anni 10 successivamente l’opera di risanamento finanziario ha portato a una graduale e costante riduzione per poi ricrescere a causa prima delle guerre con il messico negli anni 40, poi per la guerra di secessione negli anni ’60, senza considerare le altre variabili della spesa pubblica.
Dal punto di vista nominale (dato poco significativo perché non prende in considerazione l’inflazione, lo sviluppo e l’allargamento economico degli stati uniti) dal 1836 al 1900 il debito pubblico è salito da 40.000 dollari a oltre 2 miliardi. La fed ancora non esisteva tranne forse che nei pensieri di peter joseph.
*”Storia dell’economia” John Kenneth Galbraith Bur Editore