Un mito di cui si legge spesso sul web è quello del "debito eterno". Ci sono varie storie infatti, da
Bankenstein, a
L'isola dei naufraghi, peraltro tutte simili e con molti punti in comune, tra cui:
- rappresentare un mondo diverso da quello reale
- rappresentare un mondo assurdo
Ci occuperemo in seguito di
dimostrare queste due affermazioni in seguito, mentre adesso andremo ad indagare sullo scopo principale che si è prefisso chi ha
inventato queste due storielle.
Ossia che
il debito verso il sistema bancario è inestinguibile e può solo aumentare
Detta così a molti farà ridere, eppure, non ci crederete, è esattamente quello che affermano tutti i signoraggisti nelle loro pagine, video, libri e nei loro deliri itineranti.
Dato che, per dimostrare la loro stramba tesi, usano queste due storielle piene di errori, evidentemente hanno le idee parecchio confuse. Allora vi presenterò un modello, molto semplice e al contempo aderente alla realtà.
Modello senza banche
Gli elementi di questo
modello, pur semplificato, saranno:
- una base monetaria M0
- una collettività
- lo Stato che paga i propri dipendenti, fornisce servizi ai cittadini e incassa le imposte
Come potete notare, gli elementi principali della società ci sono tutti.
Mancano solo le banche. Le banche le aggiungeremo in un secondo momento, non temete.
Supponiamo inoltre che ci sia un solo stato, ma non dovrebbe fare differenza ai fini della dimostrazione.
La
base monetaria, M0, supponiamo che siano delle banconote che circolano nella collettività. Sono di vario taglio e servono come strumento di pagamento per l'acquisto di beni/servizi, oltre che per pagare le tasse. Insomma qualcosa che serve per non dover
tornare al baratto.
In un primo momento assumeremo che queste banconote siano già presenti nel sistema, e che
nessuno abbia la possibilità di stamparne di nuove. Infatti in questo modello "base" non ci sono banche di alcun genere.
Cosa succede in questo mondo senza banche? in teoria il modello potrebbe anche funzionare, sin quando, ad esempio, qualcuno non vuole spendere più di quanto possiede nella propria cassaforte. In quel caso è costretto a chiedere dei soldi in prestito a qualche amico o conoscente, ma tutto sommato è possibile anche che trovi qualcuno disposto a prestarglieli.
Cosa succede se lo Stato invece spende più di quello che incassa? sarebbe costretto a chiedere soldi in prestito ai cittadini, ad esempio emettendo dei titoli di stato e vendendoli (direttamente) ai cittadini presso specifici sportelli. I cittadini, prestando i propri soldi, vorrebbero degli interessi in cambio, infatti per prestarli si dovrebbero privare di quei soldi per un determinato tempo, e dovrebbero essere ricompensati per questo.
I titoli di stato quindi potrebbero continuare ad esistere in questo modello di società senza banche. Avrebbero la medesima funzione che hanno oggi.
Esaminiamo ora cosa succederebbe se un cittadino, ad esempio, un allevatore di galline, invece di spendere i propri guadagni per andare in crociera o per andare al cinema con la moglie, iniziasse a mettere da parte i propri guadagni, cercando di spendere meno possibile. Man mano diminuirebbe la moneta sul mercato. Suo figlio potrebbe continuare la sua opera, dopo la sua morte, mettendo tutto in una cassaforte che man mano si riempirebbe sempre più.
L'allevatore venderebbe le uova, nutrirebbe le galline con l'orto di casa sua e si ciberebbe con una parte di quelle uova. Sarebbe destinato a diventare ricchissimo, sempre che gli affari gli vadano bene, e a detenere una quota sempre maggiore della moneta circolante.
O almeno questo
potrebbe sembrare in una prima analisi. Pensandoci meglio, non gli basterebbe una vita per riuscire a risparmiare abbastanza da impadronirsi di tutta la moneta circolante. Però una cosa appare chiara, se la moneta si trasforma, come è possibile, da uno strumento di pagamento ad un mezzo per accumulare ricchezza, cosa che non può essere impedita, c'è il rischio che la moneta circolante diminuisca sino a rendere difficili gli acquisti.
Infatti se molti iniziassero a risparmiare e non spendere i soldi che guadagnano, succederebbe, nel modello descritto, esattamente questo.
Sarebbe allora necessario che qualcuno immettesse nuova moneta nel sistema.
Nota:
Si badi bene però, anche se una persona in qualche modo riuscisse a venire in possesso di tutta la moneta circolante, non diverrebbe proprietario dello Stato . Infatti una cosa è la moneta circolante, e una cosa sono i beni dello stato e dei suoi cittadini.
In particolare, la moneta circolante è plausibile che valga una parte infinitesima del totale dei beni posseduti dai cittadini. Il punto è che quando tizio compra un castello da caio, e gli da 1 milione in cambio, caio poi con quel milione si compra una barca da sempronio, sempronio si compra una reggia da Pippo etc. Anche in un esempio così piccolo, si può notare come il totale de beni abbia un valore molto superiore alla moneta che è circolata per comprarli. I beni continuano ad esistere per sempre (sin quando non vengono consumati o distrutti), invece la moneta continua nella sua perenne circolazione.
Modello con banca centrale
Abbiamo visto che nel modello "senza banche" era possibile ritrovarsi in una situazione in cui la moneta circolante fosse insufficiente. Questo può anche accadere semplicemente perché la popolazione aumenta.
Serve quindi un ente preposto a far si che la moneta circolante non sia ne' troppa e ne' troppo poca.
Una cosa importante da considerare per valutare se la moneta non è troppa, è l'andamento dei prezzi.
Questo è di solito misurato con appositi panieri da enti preposti. Se i prezzi aumentano, automaticamente, il valore del denaro diminuisce. Per esempio se avevo messo da parte 100 milioni per comprare una casa che costava 100 milioni, e le case nel frattempo aumentano del 30%, automaticamente i miei soldi valgono meno.
Valgono meno perché posso comprarci meno roba.
Invece chi possedeva già la casa, non ha perso nulla, anzi, ha visto il valore della propria casa aumentare.
Quindi il valore del denaro è legato ai prezzi dei beni in circolazione in maniera molto stretta. I beni si comprano col denaro. Se i beni aumentano di valore, il valore del denaro per definizione diminuisce. E viceversa, se i beni diminuiscono di valore, è il denaro ad aumentare di valore. Infatti, sempre nell'esempio precedente, se i prezzi delle case scendono del 30%, con quei 100 milioni potrò comprarmi la casa più qualcos'altro. E' chi possedeva il denaro ad aver guadagnato.
Senza bisogno di essere degli economisti e tirare in ballo equazioni come PQ=MV, appare chiaro che si instaura un equilibrio, molto delicato, tra quantità di moneta circolante, velocità con cui circola, prezzi dei beni e livelli salariali. Aumentando la quantità di moneta in circolazione, a parità di altri fattori, i prezzi dei beni non possono che aumentare. Questa si chiama inflazione. E se i prezzi dei beni aumentano, abbiamo già notato che il valore del denaro diminuisce.
E' necessario quindi che la moneta sia immessa in maniera molto oculata e senza che crei inflazione. Infatti questo creerebbe un serio danno a tutti i risparmiatori che ne hanno messa (lecitamente, dopo aver pagato le tasse sui propri redditi) da parte.
Introduciamo quindi il concetto di
Banca centrale adibita esattamente a questo scopo:
assicurare che la quantità di moneta in circolazione sia adeguato.
Come può la banca centrale adempiere a questo scopo? Per esempio comprando debiti o titoli di stato.
Ad esempio, se lo stato ha emesso dei titoli pari a 10oo, detenuti da cittadini, e la banca centrale
compra tali titoli dagli stessi, si otterrà l'effetti di aumentare di 1000 la moneta circolante.
Proprio l'effetto desiderato. Dato che il cittadino ha detenuto il titolo per un certo periodo, avrà diritto alla sua quota di interessi sul titolo. La rimanente parte sarà incassata dalla banca centrale.
La banca centrale potrà usare gli interessi incassati quando scade il titolo per pagare i propri dipendenti, per pagare le tasse e per formare delle riserve.
Una volta incassato il titolo, se c'è ancora bisogno di una quantità di moneta circolante maggiore di quellla risultante, sarà comprato un altro titolo e così via.
Se invece il livello del circolante è adeguato, non sarà ricomprato alcun titolo.
All'opposto, per assorbire moneta, la banca centrale può vendere titoli.
Può la banca centrale arricchirsi in questo modo?
La banca centrale monitora solo la moneta circolante.
Non può avere fini di lucro. Gli utili dovuti all'incasso degli interessi dei titoli sono usati per il proprio funzionamento e per il resto versati allo Stato.
I dipendenti della banca centrale non ricevono "premi produzione" in base alla moneta prestata o cose del genere.
Ma la banca centrale può diventare proprietaria di un numero di titoli sempre crescente?
La banca può avere necessità di emissione man mano maggiori, e comprare dei titoli ove occorra.
Tuttavia lo Stato non è tenuto a emettere titoli di debito. Se lo Stato non emette titoli e la banca dovesse tuttavia necessitare di emettere nuova moneta (sempre al fine di rendere la quantità di moneta circolante adeguata), dovrà farlo in altri modi. Ad esempio comprare obbligazioni da ditte private, con opportune garanzie.
E' da notare che il fatto che la banca vada a disporre, per un certo periodo, di questi titoli non arricchisce e non impoverisce nessuno. Le obbligazioni o i titoli sarebbero stati emessi comunque, pagando gli stessi interessi, anche se fossero state vendute a privati.
L'utile conseguito dalla banca centrale è sempre e comunque versato allo stato, tolte le spese di funzionamento.
La banca centrale non ha quindi alcuna speranza di impadronirsi del mondo
Modello completo, con banca centrale e banche private
Nel modello appena descritto abbiamo visto che ci sono ancora dei problemi, dovuti all'assenza delle banche private:
- per chiedere prestiti bisogna rivolgersi a dei privati, con tutti i rischi che ne conseguono (da parte di chi eroga il prestito)
- bisogna conservare i propri risparmi in qualche cassaforte visto
- se aumenta la propensione al risparmio la liquidità in circolazione diminuisce con la successiva necessità di introdurre nuova moneta sul mercato
- non esistono assegni, carte di credito, bonifici, domiciliazioni bancarie, rid, mutui e tutti i servizi che vengono forniti dalle banche private
A questo punto sorge un esigenza da parte della collettività che può essere colmata con la funzione svolta dalle banche commerciali
Queste, a differenza della banca centrale, hanno, legittimamente, fini di lucro.
Forniscono una serie di servizi al pubblico, tra cui l'erogazione di prestiti.
I prestiti sono effettuati utilizzando una parte dei depositi dei proprio correntisti, fatta salva una riserva che deve essere almeno pari alla riserva obbligatoria, decisa dalla banca centrale.
In sostanza, ogni banca, a fronte di 100 euro di depositi, con una riserva al 2%, può prestarne 98. Questo meccanismo è noto come riserva frazionaria
La banca remunera con un certo tasso di interesse attivo X i propri correntisti, e si fa pagare un altro tasso di interesse Y i propri prestiti. Ovviamente X e Y variano a secondo del tipo di contratto stipulato, ma senz'altro di solito X è minore di Y. La differenza tra gli interessi passivi incassati e gli interessi passivi pagati, tolte le spese di funzionamento (ovviamente è una semplificazione) costituisce l'utile della banca
L'utile della banca è distribuito agli azionisti della banca stessa oppure è reinvestito, dunque in ogni caso torna in circolazione.
Le banche commerciali quindi, alla stessa stregua del pollivendolo del modello base, svolgono un'attività che frutta loro un utile, ne' più ne' meno.
C'è da osservare che, col meccanismo della riserva frazionaria, il fenomeno di rarefazione della moneta circolante dovuto alla maggiore propensione al risparmio della collettività (che può normalmente accadere in determinati periodi di crisi), è attenuato dal fatto che le banche possano prestare i soldi depositati presso di esse.
Può una banca commerciale arricchirsi sempre di più sino a diventare la padrona del mondo?
La risposta a questa
pur ridicola domanda è: lo può fare nella stessa misura in cui lo può fare un qualsiasi imprenditore privato. Non c'è alcuna differenza. E' un attività come un'altra.
Non è vietato, e nemmeno immorale, per una società privata, avere degli utili.
E' tuttavia tutto da dimostrare se sia più proficuo ad esempio gestire una banca o un pozzo di petrolio o una catena di supermercati o tante altre attività.
Torniamo alla domanda iniziale.
E' vero che il debito verso il sistema bancario è inestinguibile e può solo aumentare?
Abbiamo visto che
- La banca centrale è "neutra" in quanto i propri utili sono redistribuiti allo stato, e, dato che i propri dipendenti sono dei semplici impiegati, che non percepiscono NULLA degli utili della banca stessa, ma solo un normale stipendio (ovviamente commisurato alle responsabilità, come ovunque accade), la banca centrale non ha ne' la possibilità e ne' l'interesse ad accumulare dei titoli che nessuno potrebbe spendere in alcun modo.
- Le banche private, come tutte le attività private, traggono dei profitti nel proprio esercizio, e come tutti i privati sono libere di spendere i propri utili, reinvestirli, depositarli su un conto corrente o metterli in un bunker.
Dov'è allora la truffa? I meccanismi descritti sono semplici e naturali e nascono solo per soddisfare delle normalissime esigenze della collettività e del sistema bancario e monetario.
I debiti verso le banche nascono perché qualcuno chiede un prestito. Nessuno è costretto a farlo. Se poi per avere dei soldi è necessario restituirli con un certo interesse, appare del tutto ragionevole. Per prestare dei soldi, tra l'altro, non è necessario essere una banca. Chiunque può farlo.
Qualsiasi debito si estingue non appena si finiscono di pagare le rate. Dov'è il motivo per cui dovrebbe sempre aumentare? Perché mai, una volta estinto un mutuo ad esempio, uno dovrebbe per forza accenderne un altro?
O perché mai uno stato che ha emesso dei titoli di debito, una volta estinti gli stessi, dovrebbe necessariamente emetterne di nuovi? non c'è alcun motivo. Se lo fa, evidentemente è perché ha un deficit, ma di certo non per colpa delle banche.
Sarebbe come addebitare la causa di un debito a chi ha erogato il prestito. Cosa c'entra? prima nasce il deficit e poi nasce la necessità del debito, per qualunque individuo o ente.
La storiella del debito eterno è quindi del tutto infondata.
Prossimamente sarà dimostrato, come promesso, il perché le due storielle che circolano:
- rappresentano un mondo diverso da quello reale
- rappresentano un mondo assurdo
Stay tuned