martedì 16 marzo 2010

Frottole sull'oro e sul valore della moneta


tratto da una nota di Fotogian





Frottole sull'oro e sul valore della moneta


a) In assenza di convertibilità appare illusorio immaginare un ritorno alla convertibilità della moneta in oro. I metalli preziosi sono rari e se si emettesse moneta solo se convertibile in oro, essa sarebbe scarsa e lo squilibrio tra domanda e offerta farebbe salire i tassi di interesse. Se invece si volesse adeguare l'offerta di moneta alla domanda, le riserve sottostanti dovrebbero crescere enormemente. Se esistesse oro a sufficienza, ogni aumento di moneta comporterebbe un elevato esborso a carico delle economie, costrette a
comperare enormi quantità di metallo prezioso.

b) Il collegamento tra oro e moneta piace a chi vuol collegare l'oro al valore della moneta.
Quel che si sente dire è che la banconota è solo un pezzo di carta senza valore se manca una
base in oro.
Tale ipotesi fa a pugni con la scarsità di metallo prezioso appena ricordata. E qui subentra una teoria chiamata teoria del valore indotto per la quale il valore della moneta dipenderebbe dal popolo che l’accetta come mezzo di pagamento.
La teoria è stata usata per citare in giudizio la Banca d’Italia e chiedere al Tribunale di Roma di dichiarare che la moneta, al momento dell’emissione, appartiene a tutti i cittadini ed è un bene collettivo, in quanto creato dalla convenzione sociale.
L'autore di questa bizzarra richiesta ha perso la causa. Altri hanno chiesto che il debito pubblico fosse
dichiarato credito pubblico. Davvero una simpatica prospettiva per gli italiani: se ciò mai avvenisse chi possiede BOT e CCT da creditore diventerebbe debitore.
Invece di incassare il valore dei titoli dovrebbe pagare. Una conseguenza davvero paradossale!

Ma torniamo alla teoria del valore indotto, teoria non creduta né accettata dagli economisti. E' una teoria debole perché fa dipendere il valore della moneta dall’accettazione e quindi dalla volontà di chi la usa: una moneta ha valore perché la collettività gli dà valore.
Ma cosa succede se il valore venisse tolto, ovvero se non qualcuno decidesse di non accettare la moneta corrente?

c) Le conseguenze paradossali del valore indotto
Il signor Rossi va al ristorante e al momento di pagare si sente dire dal ristoratore: non accetto gli euro, sono pezzi di carta senza valore. Il signor Rossi chiede spiegazioni e protesta, ma inutilmente: il ristoratore pensa che il valore della moneta dipenda da chi l’accetta e lui ha deciso di non accettarla.
Se il valore di una moneta dipendesse solo dall’accettazione, chiunque potrebbe decidere di non accettare una moneta o cambiare idea. Il ristoratore non accetta l’euro, il signor Rossi può non accettare la moneta preferita dal ristoratore.

d) Fiducia e valore
Le conseguenze sarebbero disastrose: nessuno accetterebbe una moneta senza la certezza che altri l'accetteranno. Il meccanismo fiduciario non funziona se è parziale: tutti devono accettare una moneta perché altri l'accettino. E questo richiede una improbabile unanimità oppure leggi che obblighino ad accettare la moneta e istituzioni che garantiscano chi l'accetta.
All'unanimità pensava forse l'autore della teoria del valore indotto, allergico -come si evince leggendo un suo libro- nei confronti dei sistemi democratici, dove prevalgono il pluralismo delle opinioni e la possibilità di modificarle.
Alla democrazia, in cui la volontà della maggioranza è per sua natura modificabile, l'autore della teoria preferisce Mussolini e lo “stato etico”, fondato sulla “sete di giustizia” e nel quale il Cattolicesimo è “Religione di Stato”.
Per fortuna viviamo in democrazia e nessuno può negare la libertà d'opinione e il diritto di cambiare parere. Nelle democrazie l'unanimità non c'è mai e la bizzarra teoria del valore indotto appare illusoria, anzi dannosa perché apre le porte all'anarchia: ogni persona potrebbe rifiutare una moneta preferendone un'altra e in queste condizioni nessuna moneta sarebbe accettata.
Occorre invece, come scrive la Banca d’Italia, che tale valore, rispondendo ad un fondamentale interesse pubblico, sia difeso e garantito dalle Pubbliche Autorità. Sono necessarie in altre parole regole e istituzioni che garantiscano l'accettazione della moneta.
In tal modo accetteremo una moneta perché siamo certi che anche altri l’accetteranno.

3 commenti:

  1. Una nota di fotogian? alias gianluca garelli...il fotografo questo sito si che è una fonte attendibile.

    RispondiElimina
  2. Quello che ha scritto su Auriti è falso.
    www.simec.org

    RispondiElimina
  3. Phoenix, non è importante "chi" scrive ma "cosa".
    Auriti era un professore di diritto.. alla navigazione. Di economia non aveva alcun titolo.
    Cosa è falso di quello che ha scritto?

    RispondiElimina

Ogni intervento, opinione, critica o consiglio è BEN accetto, purché sia fatto con rispetto ed educazione. Sotto tali premesse sarete contraccambiati . In caso contrario i commenti saranno cancellati all'istante.
Non è ammesso lo SPAM a siti fogna. Le citazioni devono essere inquadrate in un contesto, spiegate e argomentate. La sola citazione non è di alcun interesse per questa pagina. Se non sei in grado di dimostrare un'affermazione non presentarla come veritá. Non è importante chi dice qualcosa ma come lo argomenta.