giovedì 1 dicembre 2011

Introduzione contabile per i signoraggisti

Con questa nota fornisco una piccola spiegazione integrativa a questo filmato signoraggista.
Il dott. Gigliobianco funzionario della banca d'italia risponde pazientemente alla domanda su signoraggio, falso in bilancio, bankitalia spa e menate varie. Pur nella sua semplice e chiara argomentazione, inevitabilmente da per scontato piccoli e basilari concetti di contabilità, senza accorgersi di aver di fronte gente che fonda il proprio pensiero sull'ignoranza di questi stessi particolari. Vediamo di scrivere brevemente due righe per comprendere la questione anche sapendo poco di contabilità.
La partita doppia è quel sistema contabile che prevede due movimenti per ogni registrazione, il movimento in dare (colonna sinistra) e avere (colonna destra); e qui c'è un primo concetto da mettersi in testa: ha poco a che vedere con lo schema entrate e uscite.
Del bilancio dell'azienda ci interessano due prospetti, lo stato patrimoniale e il conto economico.
Lo stato patrimoniale è composto da attività in dare (brevemente crediti, denaro in cassa, conti corrente, beni immobili) e le passività in avere (debiti, e patrimonio netto che è la differenza tra attività e debiti). Il conto economico è composto dai costi in dare (stessa colonna degli attivi patrimoniali; si ripeto i costi vanno nella stessa colonna degli attivi patrimoniali quella di sinistra) e ricavi in avere, l'utile d'esercizio è naturalmente dato dalla differenza tra ricavi e costi e viene altresi rilevato nel patrimonio netto per far quadrare lo stato patrimoniale.Pertanto alla premessa aggiungiamo un paio di spunti:
- la frase "mette la voce al passivo" di per se non vuol dire nulla o meglio è incompleta, si dovrebbe specificare "passività di stato patrimoniale" .
- il debito è un costo? No il debito è una variazione finanziaria posta nelle passività di stato patrimoniale, l'interesse è il costo che viene registrato nel conto economico (in dare) ma è un aspetto separato dal debito, se un'azienda contrae un debito non oneroso (ovvero senza interessi) registrerà sempre il debito nelle passività di stato patrimoniale ma non registrerà alcun costo in conto economico.
Detto questo abbiamo tutti gli elementi per capire la discussione; il funzionario della banca d'italia quando parla di carta moneta che non costa nulla intende proprio una passività finanziaria per la banca centrale (la moneta emessa) che non produce interessi, infatti nel conto economico della banca centrale non ci sono i costi di interessi passivi sulla moneta emessa.
Accenna anche la differenza con le banche commerciali dicendo chiaramente che queste ultime hanno il costo sui depositi e sulle obbligazioni ovvero l'interesse, non il valore nominale dei depositi o delle obbligazioni che sono componenti di stato patrimoniale (attività, passività) non di conto economico (costi e ricavi).
Chiaro? A quanto pare non per i nostri eroi che continuano a pensare che i costi vadano nelle passività di stato patrimoniale e non comprendono la differenza con i debiti.
MMST

lunedì 21 novembre 2011

Matrix e il complotto demoplutogiudaico massonico

La puntata di Matrix sui complotti riguardanti la nomina di Monti come presidente del consiglio ha visto per la prima volta sul grande schermo in una trasmissione di una rete nazionale come protagonisti un'intera squadra di signoraggisti, ovvero i sostenitori della più fanatica teoria del complotto.
In studio Messora, Barnard e Giulietto Chiesa hanno intrattenuto il pubblico con una serie di assurdità totalmente inattese da parte del conduttore e degli ospiti a giudicare dalle immediate reazioni.

Facce sgranate, incredulità e impreparazione all'evento da parte dei rimanenti ospiti hanno condito il tutto in quella che forse (mia impressione) è stata la prima puntata in cui una trasmissione televisiva (almeno dalle razioni di Vinci, Giannino, Bechis...) si sia finalemente imbattuta da cima a fondo nel pieno del fenomeno del complottismo ovvero una materia che andrebbe relegata alla competenza della psichiatria invece che all'economia, alla geopolitica o quant'altro.

Ma lasciamo stare le battute riguardanti il golpe finanziario organizzato dal criminale Mario Draghi che di giorno fa crollare l'italia chiudendo i rubinetti e di notte assassina i bambini africani mangiandoseli vivi presumibilmente, tralasciamo un attimino i nove padroni dell'universo che decidono le sorti del mondo in riunioni segrete pigiando un tasto e facendo crollare una volta la grecia, la volta dopo l'italia, l'altra il portogallo mentre ottengono miliardi di fantastiliardi di regalo a tasso zero dalla fed stampati nuovi, nuovi; accantoniamo pure per ora la filosofia sulla teoria del complotto, in fondo non è un complotto perchè non è un segreto, avviene palesemente sotto gli occhi di tutti, ma il problema è che nessuno lo sa (chiaro no?); chiudiamo per il momento i libri di logica in cui la ricapitalizzazione del governo americano in una banca americana crea per una insolita proprietà transitiva un credito dello stato italiano verso le banche che annulla il debito pubbico; assecondiamo la stranezza dello spread come nuova entità maligna che fa dimettere senza motivo un governo democratico in un paese in salute con i ristoranti pieni; concentriamoci invece su un punto tanto osannato da Barnard che criminalizza Draghi quando compra o accetta come garanzie titoli tossici (titoli debito pubblico greco) e criminalizza Draghi quando a suo avviso non compra o non accetta come garanzie titoli tossici (titoli debito pubblico italiano).

Può la BCE ora intervenire comprando illimitatamente titoli italiani? 
La risposta è no. Lo statuto del Sebc non lo esplicita apertamente ma l'art. 2 sembra non lasciare spazio a troppe interpretazioni sebbene le discrezioni fioriscano nei momenti di crisi. L'obbiettivo principale (come poi ricordato nei regolamenti della BCE che prevale qualora più obbiettivi entrano in conflitto) è quello della stabilità dei prezzi nient'altro, non sono esplicitate deroghe. Vi è senz'altro la discrezione nel definire il significato quantitativo della stabilità dei prezzi (2% stabilito dal consiglio della BCE) e di come e quando raggiungerlo se nel breve o nel medio periodo, ma non vi può essere scelta di non seguire l'obbiettivo esplicitato dai ttrattati.
Un incremento eccessivo della base monetaria su mercato aperto a seguito dell'acquisto a mani basse di titoli a rischio non solo di portogallo e grecia ma soprattutto del secondo debito pubblico dell'eurozona tanto da volere spingerlo a ribassare gli spread in linea con quelli tedeschi sarebbe obbiettivamente un abbandono dell'obbiettivo della stabilità dei prezzi, magari può andare bene a tutti i paesi, non può di certo deciderlo in autonomia un governatore.
Gli stessi Securities Markets Programme già rappresentano una deroga dato che comportano l'acquisto in mercato aperto di titoli non sicuri per ragioni che esulano dalla rigorosa politica monetaria. I danni si vedono già nella ristrutturazione del debito greco che non può coinvolgere i titoli detenuti dalla banca centrale (ma così facendo limita la riduzione del carico di debito complessivo) pena una perdita netta nel bilancio della BCE con rischio di intaccamento del capitale proprio e in previsioni più serie o drammatiche di dover essere ricapitalizzata dagli stati senza considerare che a questo punto la propria credibilità sarà già andata a farsi benedire.
Nonostante ciò la BCE prevede comunque una convergenza di questo protoollo nella stabilità dei prezzi nel medioperiodo attraverso operazioni di sterilizzazione, ovvero vendita di altri titoli (non degli stati coinvolti) in modo da ridurre la base monetaria incrementata per l'acquisto dei titoli dei piigs.
Un acquisto senza controllo dei titoli del debito pubblico italiano non avrebbe nemmeno la possibilità di parziali sterilizzazioni e sarebbe una chiara e aperta violazione del trattato.
Si può pensare tutto quello che si vuole ma non si può imputare a Draghi di non aver fatto ciò che non poteva fare senza alcuna copertura politica.
MMST

http://www.ecb.int/pub/mb/editorials/2010/html/mb100513.en.html

giovedì 14 luglio 2011

Il debito illegittimo: debtocracy.


La Grecia da paese periferico dell’Europa e acquisto ai tempi supplementari dell’euro (sebbene firmataria di Maastricht non ebbe i requisiti per entrare alla nascita dell’euro  ma entrò due anni dopo) è sempre stata sotto osservazione da parte della commissione europea per gli sforamenti del patto di stabilità riassumibili nel tetto del 3% deifict pubbilco pil.
La crisi internazionale di ottobre 2009 fece peggiorare le stime attestando il deficit al 6%.
Ma passò solo qualche mese e il nuovo governo Papandreu dichiarò sostanzialmente che causa falsificazioni di bilancio a quella cifra prevista in realtà occorreva aggiungere un 1, (deficit definitivo 15,4%) e vennero rivisti in senso peggiorativo di 3 o 4 punti percentuali i deficit degli anni precedenti. Questa verità semplice e banale non è presente o non è ricordata nel film no profit debtocracy  di Aterina Kitidi e Aris Hatzistefanou, ammirevole dal punto di vista dello sforzo (produzione totalmente autofinanziata), ma che in quanto estremamente ideologico per stessa ammissione degli autori, rischia di diventare una zuppa in cui i contorni e le conseguenze vengono scambiati per cause e per fabbricare riscontri che coincidano con il pensiero degli autori.
Tra le cause più o meno imputate dal filmato si può elencare: la tirannia della Germania, dell’FMI, la consulenza di GS, le olimpiadi, l’euro, l’acquisto di cacciabombardieri, l’unione europea, la crisi del consumismo e del capitalismo (che ha colpito tutta la sfera globale ma in default c’è la grecia e non gli altri stati). Il tutto intermezzato da interventi di scrittori, sociologi, attivisti dei diritti umani imbevuti di terzomondismo e nostalgie marxiste con qualche economista in veste più da tifoso di calcio che da tecnico.
Ma andiamo con ordine, cos’è il debito illegittimo?
Di fatto non c’è una risposta esauriente, non esiste una definizione unanimemente condivisa riguardo l’illegittimità dei debiti sovrani di stato. E ancor più importante non esiste una giurisprudenza e un’autorità giudiziaria unanimemente riconosciuta a livello internazionale che certifichi o determini quando un debito non possa essere pagato.
In pratica uno stato insolvente perde credibilità di fronte ai creditori perché istituisce un precedente. Il che pone un’ipoteca sull’affidabilità dello  stato per le future richieste di credito influendo sul costo dei prestiti stessi e rendendo più probabili nuovi deficit che renderanno ancora più difficile la raccolta di nuovo credito e che determineranno un nuovo default. Sono default seriali insomma quando un paese fallisce è probabile che ciclicamente fallisca di nuovo.
Se inoltre noi non parliamo di un appartamento (uno stato), ma di un condominio (la comunità europea o meglio l’euro), si capisce la gravità della situazione e la minor tolleranza che debba essere data alle possibilità di danno del singolo condomino (la Grecia).
Questa banalità sembra dimenticata nel filmato da Lapavistas che come economista si rifugia  nello slogan un po' da ciarlatano  “si salvano le banche europee, mentre impoverisce l’economia greca” la razio degli interventi non è questa e dovrebbe saperlo bene. La realtà è che nessuno ha idea a cosa possa portare il primo default di un paese dell’euro (un paese sviluppato a tutti gli effetti non un paese in via di sviluppo), sia in termini di effetto domino che in termini di futuro credito per l’economia europea e futuri fallimenti seriali e adempiere o no alle scadenze obbligazionarie è tutt’altro che irrilevante.
E il debito illegittimo? Di fatto è una formula che gli stati in default usano per convincere gli investitori che questa volta è diverso, che non si paga non perché insolventi ma perché non si è tenuti a pagare perché quei contratti sono nulli, non perché il governo è inaffidabile ma perché il precedente era inaffidabile corrotto o dittatoriale e non ha nulla a che vedere con quello odierno, non perché il paese non è in grado di rispettare il contratto ma perché non era in grado di rispettare i precedenti contratti assurdi per qualsiasi tipo di economia o governo ma che nulla hanno a che vedere con i contratti che si propongono ora…
Insomma cercare di trasmettere ai creditori accompagnata da motivazioni filosofiche, economiche e morali, un’immagine di separazione tra il prima e il dopo una ripartenza da zero.
Può darsi che in un paese con riserve petrolifere che prima era sotto una feroce dittatura tenuto sotto embargo dalla comunità internazionale, mentre ora è governato da un’autorità riconosciuta, aperto a investimenti stranieri e soprattutto garantito indirettamente dalle maggiori economie occidentali Usa in primis, gli investitori percepiscano chiaramente la separazione (in irak); di certo questo caso non ha nulla a che vedere con il caso greco come erroneamente fa riferimento il filmato nel quale vi era una democrazia corrotta e in deficit prima e lo è pure dopo.
Ma è qui si entra nel merito la diffusa corruzione, l’acquisto di armamenti difficilmente in un futuro sistema giudiziario internazionale possono essere configurati come parametri di illegittimità del debito.
In pratica che credibilità possono avere bond in cui viene scritto sulle note informative “attenzione che se il tasso di corruzione del paese si alza il titolo può non essere rimborsato?”. Magari ci possono essere singoli prestiti tra stati in cui può essere dimostrato un interesse e un’influenza dello stato creditore rispetto a indirizzi di spesa non coerenti con le necessità del debitore, ma è obbiettivamente difficile immaginare parametri standard unanimemente accettati, impossibile se la controparte è un privato.

La realtà è che la Grecia estremizza mali presenti in tutti gli stati anche quelli sviluppati ma che sono di responsabilità propria e non possono essere trasferiti con scuse di illegittimità a soggetti altrui, il resto sono comparse, contorni e conseguenze non cause.
E’ la Grecia che ha falsificato i conti non informando i suoi coinquilini e il mercato della sua salute finanziaria, è la Grecia che ha truccato le carte per entrare nelle catene dell’euro di cui ora si lamenta, è il governo greco che ha chiesto alle banche d’affari strumenti atti a mascherare i deficit di esercizio e a spostarli nel tempo. In un paese dove pure le olimpiadi si trasformano in bombe di deficit pubblici, piuttosto che volani per la crescita economica, dove il fisco è un colabrodo assoluto  la linea vittimistica non può aiutare.
Si può terminare con la seguente frase di Lapavistas: “anche se il debito fosse provato legittimo, la grecia non dovrebbe comunque pagarlo, dovrebbe essere cancellato”.
Pertanto che piuttosto si sostenga la circostanza di fallire per inadempimento o meno senza ipocrisia, ma la richiesta di una commissione nominata e retribuita da chi è a malapena in grado di pagare il suo onorario a causa di quel debito che la commissione stessa deve giudicare se è corretto che chi l’ha nominata lo paghi o meno, è semplicemente una buffonata.
MMST