venerdì 19 novembre 2010

Sull'intermediazione creditizia e sulla trasformazione delle scadenze



Una nota di Yazid


Nelle discussioni di questi giorni alcuni utenti hanno espresso delle idee assai distorte sulla natura dell’istituzione bancaria. Con questa nota si vuol fare chiarezza su alcuni aspetti gestionali che ritenevo scontati, ma che, ho appurato, non essere nel bagaglio di conoscenze di tutti.

La Banca in quanto attore principale del circuito indiretto di trasferimento di risorse finanziarie, tipicamente produce una trasformazione della scadenze, cioè si procura risorse finanziarie mediante una struttura di indebitamento per la gran parte configurata da passività a vista e impiega tali risorse per il finanziamento di fabbisogno finanziari di varia durata tra il medio e il lungo termine.

Assumendo come riferimento la scadenza contrattuale formale delle attività e delle passività, si riscontra in concreto che la scadenza media ponderata delle attività finanziarie è notevolmente superiore a quelle del passivo. Quindi nelle configurazioni strutturate dello stato patrimoniale, mediamente le scadenze del passivo precedono quelle dell’attivo.
La trasformazione delle scadenze è intrinseca nella funzione economica e nell’economicità dell’intermediazione creditizia , poiché da un lato essa corrisponde alle preferenze rispettive dei prenditori e dei datori di fondi e dall’altro - nella condizione probabilisticamente prevalente di struttura ascendente della curva dei tassi di interesse per scadenze – essa spiega in parte i motivi per cui il tasso attivo medio ponderato è superiore di quello passivo (“Premio per la liquidità”).

Inoltre il processo di intermediazione creditizia non solo trasforma le scadenze ma tipicamente realizza una condizione di trasformazione dei rischi. Questo singolare aspetto caratterizzante si coglie nella differenza che la circostanza che la singola attività finanziaria (finanziamenti concessi) comporta una perdita attesa (probabilita di insolvenza*percentuale di perdita in caso di insolvenza, EL(expected loss)=EAD(exposure at default)*PD(probability of default)*LGDR(loss given default rate) ), superiore a quella tendenzialmente nulla, riferibile all’aggregato complessivo delle passività. In altri termini, la banca assume rischi senza trasferirli ai propri finanziatori a titolo di credito (questa funzione è stata disattesa con la cartolarizzazione dei mutui subprime, origine della crisi finanziaria attuale).
Quindi al premio di liquidità già spiegato, va aggiunto il “premio al rischio” cioè un componente sufficiente a coprire e remunerare il rischio di perdita attesa (già visto).

Questi due elementi spiegano lo spread, il divario esistente tra i tassi attivi e quelli passivi.
La capacità della banca di trasformare il rischio dipende da tre fattori:
- la capacità della banca di valutare, selezionare, prezzare, finanziare e monitorare i rischi;
- l’opportunità o capacità di diversificare e comporre portafogli crediti:
- l’ancoraggio della struttura finanziaria complessiva ad una dimensione adeguata di capitale proprio che ha la funzione di assorbire le perdite INATTESE (quelle attese sono già computate nel margine d’interesse).

I soggetti detentori della passività sono disposti a “tenere la posizione” a condizione che i loro crediti non siano in alcun modo contagiati dai rischi d’insolvenza che caratterizzano l’attivo della banca.
Con il termine solvibilità si fa in genere riferimento alla circostanza che il valore complessivo delle attività detenute e possedute dalla banca è superiore al complessivo delle passività in essere (patrimonio netto).
Vi è un problema di adeguatezza in quanto il valore dell’attivo è più o meno capiente rispetto a quello del passivo.

La nozione di solvibilità è del tutto distinta da quella di liquidità, infatti essa identifica una situazione statica, mentre la liquidità una visione dinamica, riferendosi alla capacità della banca di far fronte alle proprie obbligazioni sempre, nel corso del tempo. Ex post una banca solvibile sarà sempre liquida poiché essa sarà sempre in grado di far fronte a tutte le sue obbligazioni. Tuttavia nel corso del tempo possono coesistere condizioni di solvibilità con condizioni di disequilibrio finanziario (illiquidità): ciò dipenderà dalla sequenza dinamica dei flussi di cassa in entrata e in uscita.

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