lunedì 15 marzo 2010

Le favole del signoraggio su Il Giornale

Tratto da Le favole del signoraggio su Il Giornale, su http://www.giornalettismo.com/archives/44489/le-favole-del-signoraggio-su-il-giornale/


E’ costume ormai che sulla stampa nazionale ogni tanto appaiano divertenti articoli sulla teoria cospirazionista più nota al mondo. Il quotidiano della famiglia Berlusconi non poteva esimersi.




I miei sono assidui lettori de Il Giornale, ma quando torno la sera lo lascio esattamente dove lo trovo, esattamente come le altre riviste di casa, Panorama e Tempi. Ho quindi corso il rischio di perdermi un articolo molto divertente, interamente basato sulla nota teoria cospirazionista del signoraggio. Questa teoria, i cui difensori sono impermeabili alla logica e ai fatti, è stata più volte trattata su Giornalettismo, in numerosi articoli che dimostrano che la loro comprensione dei fenomeni economici è inversamente proporzionale alla loro pazienza nello scrivere prolissi commenti, e alla loro supponenza nell’esprimere opinioni assurde.






BRUTTA PARTENZA

- L’articolo già dal titolo, “Quella sovranità della moneta in mani private”, afferma cose false. La BCE è infatti di proprietà delle banche centrali nazionali, le BCN, e le singole BCN hanno statuti giuridici diversi, che vanno dall’essere pubbliche, come la Bank of England, al far finta di essere private, come Bankitalia (la Fed, invece, non è di nessuno): tutte hanno in comune che i profitti vanno allo Stato e che i governatori li decide il Governo, e se questo non è sufficiente a doverle considerare pubbliche a tutti gli effetti non so cosa possa esserlo. Per qualche notiziola a riguardo, suggerisco questo articolo di William Buiter, che dice cose che non condivido per niente sul piano economico, ma almeno non completamente folli. È vero che gli Stati sono “a rischio di fallimento attraverso i debiti delle banche”, ma siccome nessuno ha costretto gli Stati a comportarsi in maniera cretina, se non i noti problemi studiati dalla teoria delle scelte pubbliche, non si vede cosa questo debba provare. Gli Stati aiutano lobby organizzate a spese della collettività? E che novità! Sindacati, grandi aziende, banche, dipendenti pubblici, la Chiesa, gli agricoltori: tutti i gruppi sociali, nelle moderne democrazie, sono impegnate in una continua battaglia per campare a spese degli altri.



QUISQUILIE


- E fin qui, si tratta di quisquiglie. Continuiamo: “non sono gli Stati i padroni del denaro che viene messo in circolazione in quanto hanno delegato pochi privati, azionisti delle banche centrali, a crearlo”. Che senso ha? I profitti del signoraggio vanno interamente al Tesoro in tutti i paesi del mondo. Per continuare con il profluvio delle consuete menzogne: “È così che si è formato il debito pubblico: sono i soldi che ogni cittadino deve alla banca centrale del suo paese per ogni moneta che adopera”. Cominciamo col dire che il debito pubblico è la somma di tutti i deficit pubblici passati più gli interessi (composti) maturati su di essi, quindi il debito non dipende dalle banche, centrali o meno, ma dal bilancio statale. Poi, questo debito è nelle mani di moltissime persone: le banche centrali ma anche quelle private, i risparmiatori privati come i fondi pensione, i fondi di mercato monetario come le assicurazioni. La cosa è totalmente ridicola se si pensa che, se fosse vero (ma è falso) che il debito pubblico è tutto nelle mani della banca centrale, per il fatto che gli interessi monetari sul debito finiscono quasi interamente al Tesoro, il debito monetizzato sarebbe in realtà ad interesse quasi zero per lo Stato. Per questo storicamente molti Stati hanno chiesto alle banche centrali, loro agenti, di monetizzare il debito a comando, cosa che fino agli anni ’70 fu uno dei fattori della stagflazione, e che in Italia fu risolto dal “divorzio” tra Bankitalia e Tesoro del 1981, che rimosse l’obbligo da parte della banca centrale di comprare il debito pubblico invenduto. A voler poi essere proprio pignoli, monetizzare il debito abbassa i tassi di interesse (almeno finché l’inflazione non arriva), e quindi equivale ad uno sconto sul debito pubblico, che alleggerisce le spese dello Stato e ne gonfia le casse.


IL DOLLARO DEL TESORO

- Della serie “non so se questi del signoraggio ci credono o fanno finta per ingannare la gente”, mi sono ricordato poi di una cosa divertentissima. In questo articolo sul
signoraggio si dice che Kennedy stampò delle fantomatiche “United States Notes” che erano emesse dal Tesoro anziché dalla Federal Reserve, e che la Fed lo uccise per preservare i privilegi dei banchieri. Nell’articolo linkato è fotografata una banconota da un dollaro, dove non si legge “Federal Reserve Note”, in effetti. Volete sapere il trucco? Tutti i dollari, o perlomeno quelli che mi hanno dato quando sono stato negli USA e quello che ho nel portafoglio in questo momento come souvenir, su un lato hanno scritto “The United States of America”, mentre sull’altro hanno scritto “Federal Reserve Note”. Un trucchetto da quattro soldi per ingannare la gente, o ci credono sul serio? Ai posteri l’ardua sentenza. Detto questo, leggere i commenti dei lettori de Il Giornale garantisce dei momenti esilaranti, ed è vivamente consigliato.

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